Corrado Govoni |
raggi sguardi
diventano tutto quello che guardano
un albero tutto fresco
un mare di foia
un prato di fiori
un cielo di stelle un grano di polvere
si curvano con l'arcobaleno
si librano con l'arcobaleno
fuggono in fiamme col treno
sono grandi come il sole
hanno la portata di miglioni di
chilometri
Occhi:
cerchio della morte delle lagrime
salvagente del dolore
portali gotici della cattedrale di
fosforo del mio cervello
Naso:
pompa degli odori
proboscide lungo venti metri
gancio per le bandiere di profumo dei
fazzoletti
Orecchie:
orecchie
tamburi
imbuti dei numeri
20 chilometri di circonferenza
c'entra lo scricchiolio del fil di pioggia
lo spappolamento del colpo di
cannone
Barba:
erba di cimitero che il barbiere falcia
la domenica davanti allo specchio
Labbra:
labbra divano pallido dei baci
porte umide della sala da pranzo
della bocca dove i denti giorno
e notte come bianchi invitati
banchettano intorno alla tavola rossa
della lingua
Bocca:
buco per insaccare i cibi nel rozzo
sacco di mendicante dello stomaco
macchina dattilografica delle parole
tomba d'oro suonata dall'angelo
bianco verso il mezzodì di mare
azzurro
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